Non sono una psicoterapeuta particolarmente abituata a lavorare con i sogni, benché li consideri parte integrante di un processo di presa di consapevolezza e benché una delle tecniche utilizzate dalla sottoscritta, l’EMDR, abbia molto in comune con la fase REM del sonno.
Spesso però i pazienti si interrogano giustamente sulla loro attività onirica, sul significato dei loro sogni, sul motivo per cui i sogni non li ricordano. Vi cito, a tal proposito, una frase di Selene Calloni Williams, tratta da un libro (Il profumo della luna) che mi è stato donato a Natale e che consiglierei a parecchi di voi: “La nostra consapevolezza può viaggiare sia nel giorno, durante la veglia, sia – se non abbiamo paura – nella notte attraverso il sonno. Se abbiamo paura non possiamo vedere nella notte e, anche se vediamo qualcosa, a causa della paura, non abbiamo sufficiente lucidità e intensità di visione per ricordare”.
Come per tantissimi altri aspetti della nostra vita (non azzardo a dire per tutti perché in effetti potrebbe essere un poco estremo), la differenza la fa la paura. Perché la nostra mente, giustamente, di fronte all’emozione in assoluto più spiacevole da provare e più viscerale, mette in atto degli ottimi meccanismi di difesa. E questo avviene sia quando siamo svegli che, in maniera chiaramente ridotta, quando stiamo dormendo.
La nostra mente ci vuole bene, come dico spesso ai pazienti. Ci protegge. Sempre.
Questo, per certi aspetti, può essere molto rassicurante.
Dott.ssa Erika Fissore
Psicologo-Psicoterapeuta
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