In questi giorni mi è capitato di riflettere su un tema a cui viene riconosciuto sempre troppo poco spazio, almeno dal punto di vista della sottoscritta: l’ascolto.
 
In seguito a queste riflessioni ho provato nel mio piccolo a fare un piccolo esperimento, osservando con attenzione me stessa e gli altri all’interno delle dinamiche comunicative (ovviamente fuori dallo studio). E il risultato è che ho preso ancora maggiore consapevolezza di come spesso, troppo spesso, quando qualcuno racconta un pezzo di sè, anche molto prezioso, si tenda a rispondere parlando a propria volta di se stessi. Non si ascolta. Si parla. Non dell’altro, ma di sè.

 

E mi ha fatto sorridere.

Perchè una delle immagini che circolano rispetto alla figura dello psicoterapeuta (e qui le rappresentazioni cinematografiche hanno sicuramente contribuito) è di colui che, seduto su un divano alle spalle del paziente, ascolta e non favella.
Posto che chiunque abbia intrapreso un percorso di psicoterapia sa perfettamente che di questo non si tratta, in realtà mi sono detta che forse prima o poi qualcuno se lo inventerà questo mestiere.
 
L’Ascoltatore.
Perchè parrebbe la cosa più semplice al mondo da fare, ma sta diventando tanto preziosa quanto introvabile.

 

 

Dott.ssa Erika Fissore

Psicologo Psicoterapeuta

via Rambaudi 27

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