C’è un tema di cui vorrei parlarvi che mi turba da un poco.
E che credo vada trattato, anche con una certa urgenza, forse. Sarà un poco lungo, ma se potete leggete. E se avete dubbi scrivete…
Ogni volta che una persona nuova si siede nel mio studio, ultimamente, soprattutto se è sotto i trent’anni direi, mi domanda “Ma non è che sono bipolare?”. Questa domanda esce fuori, sempre.
Ho capito, confrontandomi con una paziente, che il termine bipolare è molto sdoganato tra i giovani, si usa come sinonimo di lunatico sostanzialmente. Circola con questa connotazione nelle canzoni, sui social, etc.
È da tempo che ci rifletto e mi interrogo sul motivo di questa domanda.
Essere bipolari e lunatici sono due cose molto diverse.
Il bipolarismo è una patologia specifica, seria, importante, che non prevede che al mattino sono felice e alla sera sono triste.
Le persone bipolari soffrono. Tanto. E chi gli sta intorno soffre con loro. A volte più di loro.
Hanno l’inferno dentro e quell’inferno può essere trattato solo con una buona terapia farmacologica e la psicoterapia.
Lo so che sono solo parole: B I P O L A R E.
Ma le parole a volte fanno danni enormi. Giganti.
E banalizzare la sofferenza delle persone non è un buon messaggio. Anzi, lo trovo pericoloso.
Tornerò su questo tema che ho preso a cuore.
Nel frattempo chiedo il vostro aiuto. Ogni volta che sentirete la parola bipolare usata a sproposito, fatelo notare. Instillare il dubbio nell’interlocutore. Fatelo riflettere.
Posso contare su di voi?
Dott.ssa Erika Fissore
Psicologo-Psicoterapeuta
via Rambaudi 27
12042 Bra (CN)