“Oh, sei in analisi”. Sì da 15 anni”. “15 anni? “. “Sì, adesso gli do un altro anno di tempo e poi vado a Lourdes”.
(Woody Allen)

 

Un quesito che spesso si pongono le persone nel momento in cui decidono di intraprendere un percorso di psicoterapia è, giustamente: “Quanto dura una psicoterapia?”.
 
Come è facile immaginare non esiste una risposta certa e univoca a questa domanda, tanto più nel momento in cui il processo psicoterapeutico deve ancora prendere atto e le due figure del paziente e del terapeuta si incontrano per la prima volta. Le variabili in gioco sono infatti molte e non dipendono tanto, almeno secondo il mio punto di vista che ha alla base l’approccio sistemico relazionale, dalla sintomatologia portata dal paziente, quanto piuttosto dal momento della vita personale del paziente in cui egli arriva al primo colloquio, dalla disponibilità reale che ha di mettersi in gioco, dai sostegni (persone e non) che lo circondano, etc.
 
Ho però una certezza. La psicoterapia deve avere una fine e non deve essere troppo a lungo termine. Come dico sempre ai miei pazienti, il processo decisionale che porta alla richiesta del supporto di uno psicoterapeuta è spesso lungo, a volte dura anni. Ma lo studio dello psicologo diventa sovente un luogo in cui è piacevole andare, in cui ci si sente ascoltati, compresi, supportati. E rischia persino di diventare un posto che si ha paura ad abbandonare definitivamente. Credo invece sia fondamentale che prima o poi il paziente impari a camminare con le proprie gambe, perchè quando questo non avviene qualcosa potrebbe non aver funzionato nel gioco terapeutico che lega il paziente al suo psicologo.
 
E’ sempre importante, quindi, distinguere quel senso di benessere che si prova in un luogo in cui ci si sente ascoltati, da quello che è il cammino psicoterapeutico: sono due cose ben diverse, con significati distinti.

 

Dott.ssa Erika Fissore

Psicologo-Psicoteraputa

via Rambaudi 27

Bra (CN)