“Secondo alcuni scienziati la patologia psichiatrica è una condizione necessaria ma non sufficiente per il suicidio, anche se solo una piccola parte dei soggetti che si tolgono la vita non presentano sintomi psichiatrici prima della morte.

Dai resoconti dei tentativi o dei suicidi compiuti, infatti, si evince come siano principalmente tre le classi di disturbi psichiatrici a presentarsi, e cioè: disturbi dell’umore, disturbi da abuso di sostanze e disturbi della condotta. In testa alla classifica troviamo la depressione, sia monopolare che bipolare, presente anche tra chi compie atti parasuicidari: la perdita di speranza nei confronti di se stessi, del mondo e del futuro e la presenza costante di un sentimento di disperazione possono facilmente portare la persona depressa a vedere nel suicido l’unica strategia di coping possibile per fronteggiare il proprio dolore.

Durante l’adolescenza spesso l’abuso di sostanze si trova in comorbilità con i disturbi dello spettro depressivo, relazione che incrementa il rischio di compiere suicidio. Infatti, l’abuso di alcool e droghe si rintraccia con elevata frequenza, sia tra coloro che compiono suicidio sia tra quelli che mettono in atto comportamenti parasuicidari: si stima che il 25-33% degli adolescenti che compiono suicidio hanno una storia di abuso di sostanze. Sembra quindi che gli adolescenti che fanno uso di sostanze corrano un rischio di suicidarsi tre volte superiore alla popolazione sana di riferimento ed inoltre che il desiderio di morire aumenti drammaticamente appena dopo l’assunzione di droghe”.

 

Buona prosecuzione.

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